Sindrome dell’occhio secco

L’occhio secco è stato definito formalmente come condizione nosologica poco più di 30 anni fa. La prima definizione di occhio secco (1995) lo classificava come un disturbo del film lacrimale e solo nel 2007 è stata definita dai membri del Tear Film and Ocular Surface Society (TFOS) come una vera e propria MALATTIA della superficie oculare, multifattoriale, caratterizzata da una perdita di omeostasi del film lacrimale, infiammazione, anomalie neurosensoriali, fino alla comparsa di lesioni della superficie oculare.

I più comuni sintomi oculari che ne derivano sono descritti dal paziente come sensazione di corpo estraneo (solitamente denunciato come “sabbia negli occhi”), bruciore oculare, arrossamento, prurito, fotofobia, stanchezza visiva.

Nelle forme medio-gravi, tali sintomi e disturbi visivi hanno un impatto negativo sulla routine quotidiana e sulla vita sociale di questi pazienti.

Nei casi più gravi, solitamente associati a patologie sistemiche come es la sindrome di Sjogren, possiamo avere una cheratocongiuntivite sicca, che, se trascurata, può portare a gravi complicanze irreversibili come ulcerazioni e cicatrici corneali.

La visita oculista si avvale della misura della vista; dell’esame alla lampada a fessura: per la rilevazione dell’iperemia congiuntivale, dello stato del film lacrimale e di eventuali danni dell’epitelio corneale e congiuntivale (colorazione con fluoresceina e verde di lissamina), presenza di disfunzione delle ghiandole del meibomio (DGM); Schirmer test; Oltre alla misurazione del tono oculare con tonometro di Goldmann e della valutazione del fondo oculare.

Segni e sintomi della malattia possono frequentemente mostrare scarsa correlazione tra loro. Possiamo pertanto avere pazienti sintomatici con segni clinici (DED, Dry Eye Disease), pazienti sintomatici senza segni clinici dimostrabili (pazienti con occhio secco pre-clinico e pazienti con dolore neuropatico), pazienti asintomatici che presentano segni clinici (pazienti con ipoestesia corneale).

Cause di occhio secco
In base all’eziologia, DED può risultare da un occhio secco da scarsa componente acquosa (ADDE) oppure da un occhio secco evaporativo (EDE) anche se queste due categorie spesso non si escludono a vicenda ma anzi frequentemente coesistono. L’ADDE descrive le condizioni che interessano la funzione della ghiandola lacrimale (come la Sindrome di Sjögren, malattia sistemica autoimmune, caratterizzata da flogosi cronica delle ghiandole esocrine con conseguente alterazione funzionale); L’EDE include sia cause correlate alla palpebra sia cause correlate alla superficie oculare (ad esempio, nell’utilizzo cronico di lenti a contatto).

Le lacrime artificiali rappresentano sicuramente la terapia di prima linea per la sindrome dell’occhio secco. Nell’occhio secco da moderato a grave dove la componente infiammatoria è predominante nelle sue manifestazioni cliniche, i lubrificanti topici da soli sono però spesso insufficienti, pertanto possono essere prescritti altri farmaci ad azione antinfiammatoria quali i steroidi topici a basso dosaggio, ciclosporina A e FANS. Nelle forme associate a DGM l’igiene palpebrale con impacchi caldo umidi contribuisce al ripristino dell’omeostasi del film lacrimale. Le forme più gravi vanno valutate casoper caso avvalendoci di sieroautologo collirio, lenti a contatto terapeutiche e altri provvedimenti terapeutici.

Per la raccolta e standardizzazione dei sintomi, sottoponiamo al paziente l’Ocular Surface Disease Index OSDI, un rapido questionario in grado di stimare una misura della frequenza dei sintomi, l’impatto dei trigger ambientali e dei disturbi visivi che la patologia può comportare.

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Dott.ssa Francesca Bandini

La Dott.ssa Francesca Bandini riceve al Centro Medico D33.
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